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In coppia

In coppia

Quando una coppia cerca un aiuto dalla terapia, di solito è perché ci si è resi conto della preziosità e unicità del rapporto, ma anche di come sia difficile integrarlo con l’identità e gli scopi di ciascuno…difficoltà che può essere percepita dolorosamente da uno o da entrambi.

Che fare? come e se cambiare il rapporto, come adattarsi o come piuttosto imporsi, come cambiare i comportamenti per accordarli? continuare ad insistere o mettere la parola fine a quell’esperienza preziosa ma che, forse, è giunta al suo termine? e se finisce, è davvero un fallimento o come è possibile integrare anche questa fine nella normalità di una vita che potrebbe proseguire senza più essere in coppia con questa persona?
La terapia diventa così uno spazio sospeso, un momento di neutralità in cui la coppia può sperimentare nuovi modi di guardare l’altro, nuovi modi di comunicare, nuove prospettive e una diversa narrativa su di sè e sulla relazione che permetta il dipanarsi di nuove strade, mantenendo curiosità e affetto, e rispetto.

Che permettano di non soffrire e di compiere un salto davvero evolutivo frutto della creatività e della maturazione della coppia. Perchè, naturalmente, la terapia non indica la direzione da prendere, ma semplicemente offre nuovi strumenti per affrontare il viaggio…

Sarà come non fossimo mai stati, una poesia di Pablo Neruda

Un giorno moriremo entrambi,
l’uno lontano dall’altra,
e nessuno si ricorderà più di noi.
Nessuno.
Nessuno si ricorderà
del nostro tempo insieme,
così breve, così eternamente breve,
da sembrare una vita.
Un giorno, non ci saremo più,
e chi si ricorderà di noi?
dei nostri primi giorni,
di te, di com’eri fragile e bianca,
e di me, che non parlarne è meglio?
Nessuno.
Un giorno, questo è certo,
non ci saremo più,
e chi potrà ricordarsi
del nostro piccolo mondo insieme?
così caldo, eppure così freddo,
così leggero, eppure così difficile
da levarsi di dosso?
Nessuno.
Solo io e te, ora, possiamo ricordare,
dopo di noi, nessuno. E sarà
come se non fossimo mai stati.
Pablo Neruda

Patrizia Garberi

Confesso che il viola è il mio colore preferito, insieme al turchese phtalo che è il colore del mare e al color albicocca matura per il suo profumo. Sono nata con la matita in mano, e da sempre amo giocare ed esprimermi con colori e materiali, spesso raccolti durante qualche giretto in Natura, in cui fin da piccola mi hanno immersa per ristorarmi. Sono ed ero una divoratrice di libri, ne leggevo uno al giorno seduta tra la tenda e la finestra della mia camera e il mio personaggio preferito era Pippi Calzelunghe, una bambina né vulnerabile né arrabbiata ma indipendente, curiosa e dotata di parecchia metacognizione...forse troppa! Così, mentre l'arte e più tardi il Buddhismo con la sua visione spaziosa, mi nutrivano e mi davano sicurezza, ho potuto lasciarmi guidare da curiosità e fascino per la mente umana esplorandola in modi diversi, attitudini che ho avuto modo di perfezionare attraversando serenamente (alla fine) alcuni incontri difficili e anche quelle che Irvin Yalom definirebbe elegantemente esperienze di risveglio, e si potrebbero anche definire bruschi cambi di vita non voluti, anche se naturalmente qualche cosa l’ho voluta, e qualche scelta l’ho fatta…Quindi è arrivata la Psicologia, la passione più recente, per darmi cornici di significato e comprensione che possano essere trasmesse.

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