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Lentamente estate

Lentamente estate

Alle nostre latitudini, dove le variazioni stagionali di luce e temperatura scandiscono le nostre vite,  ci sono due momenti principali nell’anno in cui sentiamo il desiderio di fermarci…il cuore dell’inverno e il picco dell’estate…ed è qui che siamo arrivati, con previsioni meteo infernali che ci vedono al centro di anticicloni torridi come da copione.

In questi giorni quindi, benché la quantità di  luce sia massima, è soprattutto il caldo a rallentarci, ma non sempre le nostre attività sono in sintonia con il ritmo delle stagioni. Per molti lavoratori l’estate è il momento di massima attività, ma anche per chi lavora in ufficio sarà necessario aspettare il fatidico agosto per concedersi qualche giornata di pausa…Da quando mi sono trasferita da Milano al mare, anch’io ho imparato a riconoscere i segnali della “stagione” fin dalle vacanze di Pasqua, quando vetture straniere sfrecciano con malcelato desiderio e un po’ troppo velocemente sulle provinciali, guidate da conducenti adrenalinici che sentono il richiamo di un po’ di natura. Ma sono il Corpus Domini, festa mobile particolarmente celebrata in Germania da cui calano i primi camper e ovviamente la chiusura delle scuole in giugno, a dare il via ai flussi di turismo sempre più importanti, ai gelati, ai motorini che affollano  il Romito, alle turiste in pareo in coda al supermercato, alle bancarelle che spuntano un po’ ovunque e alle sagre di ogni genere e forma…insieme all’iperico e ai gigli di San Giovanni così di solito sboccia l’estate!

In questo periodo la natura intera rallenta, pur nel culmine della sua produttività e così anche noi potremmo concederci qualche momento di pausa e riflessione…il lavoro è compiuto, i cuccioli sono nati e i petali caduti per lasciare spazio ai frutti che è il momento di raccogliere ben maturi. Ora è necessario considerare come proseguire per consolidare e conservare i risultati ottenuti fin qui, assaporando e gustando i ricchi sapori della stagione.

Se non riusciamo a riconoscere e ad accettare in noi il desiderio di riposo e il bisogno di rallentare, può capitare di essere insidiati dal senso di colpa indotto dal desiderio di mantenere ritmi di cui non siamo e non ci sentiamo all’altezza. Forse il bisogno di fare di più ha radici lontane, che affondano in un senso di inadeguatezza nel quale siamo ormai abituati a riconoscerci…potrebbe essere davvero interessante approfondire da dove arriva questa tensione, il dover spingere sempre sull’acceleratore della vita e delle nostre giornate a qualunque costo…Intanto però possiamo pensare di includere la pausa e la lentezza come una ragionevole necessità, per potere fare il punto e riorientare i nostri passi alla luce delle mete già raggiunte. La compassione per sé e l’accettazione delle proprie debolezze sono dimensioni da coltivare in un percorso vero e proprio che potrebbe iniziare proprio adesso, come un momento di riflessione che può condurci in luoghi mai visti, percorrendo sentieri sconosciuti nella direzione di una vita più autentica e più nostra, ricca di significato, assaporata e gustata col piacere intenso della lentezza.

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    Patrizia Garberi

    Confesso che il viola è il mio colore preferito, insieme al turchese phtalo che è il colore del mare e al color albicocca matura per il suo profumo. Sono nata con la matita in mano, e da sempre amo giocare ed esprimermi con colori e materiali, spesso raccolti durante qualche giretto in Natura, in cui fin da piccola mi hanno immersa per ristorarmi. Sono ed ero una divoratrice di libri, ne leggevo uno al giorno seduta tra la tenda e la finestra della mia camera e il mio personaggio preferito era Pippi Calzelunghe, una bambina né vulnerabile né arrabbiata ma indipendente, curiosa e dotata di parecchia metacognizione...forse troppa! Così, mentre l'arte e più tardi il Buddhismo con la sua visione spaziosa, mi nutrivano e mi davano sicurezza, ho potuto lasciarmi guidare da curiosità e fascino per la mente umana esplorandola in modi diversi, attitudini che ho avuto modo di perfezionare attraversando serenamente (alla fine) alcuni incontri difficili e anche quelle che Irvin Yalom definirebbe elegantemente esperienze di risveglio, e si potrebbero anche definire bruschi cambi di vita non voluti, anche se naturalmente qualche cosa l’ho voluta, e qualche scelta l’ho fatta…Quindi è arrivata la Psicologia, la passione più recente, per darmi cornici di significato e comprensione che possano essere trasmesse.

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