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Consapevolezza incontaminata

Consapevolezza incontaminata

A volte sento il bisogno di camminare nella natura, girellando come si fa per andare a trovare a sorpresa degli amici…ora non si usa più, e le nostre visite sono sempre precedute da un messaggio whatsapp e dal suo relativo segno di spunta. Ma quando ero ragazza si usava fare così, ovviamente perché non c’era altro modo, si provava a citofonare per vedere se l’amica o l’amico poteva “scendere”…

Così a volte, quando ho una giornata libera in un giorno di buon meteo, mi sorprendo a decidere a chi posso far visita, a quale montagna, a quale albero o a quale scorcio…fortunatamente loro ci sono sempre, e non si sentono “invasi” da una visita a sorpresa, ma anzi sembra che mi stiano aspettando, che siano lì per me…e a parte qualche nuvola un po’ dispettosa quando si presenta nel momento esatto di un’alba o di un tramonto, gli alpeggi i boschi e le montagne sono sempre molto accoglienti.

Da una vetta posso accarezzare con lo sguardo sia gli stami delicati di un fiore ai miei piedi, che la catena di monti lontani all’orizzonte, includendoli in un’unica visione che mi fa sperimentare la connessione.

Lo spazio disteso e aperto davanti agli occhi mi restituisce un’identità microscopica, eppure la solitudine di fronte alla profondità del cielo o ad una parete ripida e incurante della mia esistenza appartiene a questa esperienza di connessione, in cui divento una parte dell’universo e non più il suo centro. Meno insostituibile quindi, più libera e leggera, il mio sguardo aperto che non cerca ma trova e basta, come la piccola foglia ingiallita di un faggio che tra le altre sorelle è colpita da un debole sole invernale senza un perché. E si stacca.

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Patrizia Garberi

Confesso che il viola è il mio colore preferito, insieme al turchese phtalo che è il colore del mare e al color albicocca matura per il suo profumo. Sono nata con la matita in mano, e da sempre amo giocare ed esprimermi con colori e materiali, spesso raccolti durante qualche giretto in Natura, in cui fin da piccola mi hanno immersa per ristorarmi. Sono ed ero una divoratrice di libri, ne leggevo uno al giorno seduta tra la tenda e la finestra della mia camera e il mio personaggio preferito era Pippi Calzelunghe, una bambina né vulnerabile né arrabbiata ma indipendente, curiosa e dotata di parecchia metacognizione...forse troppa! Così, mentre l'arte e più tardi il Buddhismo con la sua visione spaziosa, mi nutrivano e mi davano sicurezza, ho potuto lasciarmi guidare da curiosità e fascino per la mente umana esplorandola in modi diversi, attitudini che ho avuto modo di perfezionare attraversando serenamente (alla fine) alcuni incontri difficili e anche quelle che Irvin Yalom definirebbe elegantemente esperienze di risveglio, e si potrebbero anche definire bruschi cambi di vita non voluti, anche se naturalmente qualche cosa l’ho voluta, e qualche scelta l’ho fatta…Quindi è arrivata la Psicologia, la passione più recente, per darmi cornici di significato e comprensione che possano essere trasmesse.

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