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Mindfulness

Per boschi e per grotte, un cammino dentro e fuori a passi lenti

Dalle 9.30 alle 18.00 – 16 luglio 2023 Farnocchia (LU)

Un percorso sempre all’ombra ci porterà ad attraversare boschi di castagni ed agrifogli e ad assaporare in silenzio la connessione con la natura e con i boschi, con esercizi di esplorazione sensoriale secondo il modello di #terapiaforestale#cai#cnr a cui sto contribuendo. Dopo la pausa pranzo in agriturismo, nel pomeriggio cammineremo un po’ di più ma avremo modo di mantenere l’immersione nel bosco e nella natura e di connetterci con noi stessi e con alcuni aspetti più profondi delle nostre emozioni e della nostra parte profonda, approfittando del fresco di una grotta dove faremo qualche meditazzione.

APPROFONDIMENTI
https://www.artimagery.it/escursioni-a-passi-lenti/
INFORMAZIONI TECNICHE
L’escursione di livello E secondo la classificazione CAI, non presenta particolari difficoltà tecniche per persone allenate a questo tipo di attività.
• Punto di ritrovo: Parcheggio a Farnocchia, frazione del comune di Stazzema in provincia di Lucca ( nei pressi della chiesa dedicata a San Michele o lungo la via, la sosta non è a pagamento )
• Punto mappa: https://goo.gl/maps/tw47bv5rRZHRqMnA6
• Difficolta’: E (Escursionistico) – Itinerario su sentieri ben tracciati, mulattiera, sterrata e brevi tratti di asfalto, adatto a persone mediamente allenate in buona forma fisica.
• Dislivello complessivo in salita: circa 375 m
• Totale percorrenza: km. 8.5
• Tempi totali di percorrenza: ore 3:30 circa di cammino oltre le soste
• Orario di ritrovo: ore 10.00 per dare modo a tutti di arrivare in tempo
• Termine attività ore 18.00
• Prenotazione obbligatoria almeno 24h prima
L’escursione si svolgerà con un minimo di 6 partecipanti e un massimo di 12
Quota di partecipazione: 18€ da pagare in anticipo compilando la scheda di adesione.

MI ISCRIVO A QUESTO LINK

La quota comprende: organizzazione e coordinamento, tutte le conduzioni e la Terapia Forestale, servizio Guida ambientale escursionistica ed assicurazione RCT (non comprende l’assicurazione infortuni per gli accompagnati)
Trattandosi di un intervento per il benessere psicologico in ambiente naturale, per chi paga la quota intera il costo potrà essere detratto come spesa sanitaria.
In caso di cancellazione la cifra eventualmente già versata verrà interamente restituita, diversamente verrà offerto un buono per un’altra escursione con validità un anno.
ABBIGLIAMENTO e ATTREZZATURA:
Sono obbligatori gli scarponcini da trekking (meglio se alti alla caviglia) o scarpe da trail running non vanno bene le scarpe da ginnastica, un capo anti vento e anti pioggia, abbigliamento comodo e a strati, cappello, snack/frutta, pranzo al sacco. riserva d’acqua 1,5 litri.
Un cuscinetto o tappetino o seggiolino pieghevole per sedersi durante le pause meditative da mettere nello zaino.
Bastoncini da trekking facoltativi, da portare per chi è abituato ad usarli.

PAUSA PRANZO
Sarà all’Agriturismo il Paesaggio, dove troveremo acqua, bagni, caffè etc. ciascuno dovrà portare il proprio pranzo al sacco che potrà essere “integrato” sul posto.

La guida si riserva di cancellare o variare il programma della giornata a seconda delle condizioni meteo o per garantire il benessere di tutti i partecipanti a suo insindacabile giudizio. In caso di annullamento le cifre versate per l’iscrizione verranno interamente restituite.

CONDUZIONE DELLA GIORNATA
Patrizia Garberi PhD, è Psicologa Psicoterapeuta, OPT 7693 insegnante di meditazione e istruttrice senior di protocolli basati sulla Mindfulness, artista arteterapeuta, esperta di Terapia Forestale e Guida Ambientale Escursionistica, AIGAE TO1137 professione svolta ai sensi della legge 4/2013
PRENOTAZIONE https://forms.gle/k6HQkAPWKU6pyt8r9

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    Cuor d’Abete profumato

    Escursione a passi lenti- dalle 10.00 alle 13.30/17.30 data da definire

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    PANORAMICA DELLA GIORNATA
    Un facile percorso ci condurrà in una magnifica abetaia dove la nostra immersione forestale nel silenzio sarà profumata di resina e dove potremo accomodarci su un tappeto di aghi di abete …Saranno esercizi di ascolto e di apertura nell’ambiente per coltivare la connessione e l’apertura dentro di noi. La mattinata si concluderà con una condivisione finale che ci permetterà di rallentare in un’atmosfera magica e raccolta.
    L’esperienza potrà concludersi col pranzo nel piccolissimo rifugio La casa del maestro (su prenotazione da parte di chi lo desidera). #rifugiolacasadelmaestro
    Per le persone interessate invece l’esperienza proseguirà anche nel pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30, integrando nel percorso di ritorno verso Passo Lucese alcune tappe nel bosco con meditazioni, visualizzazioni e condivisioni riguardanti l’esperienza del mattino.
    Sarà quindi un’esperienza speciale che non richiede una grande resistenza fisica, mentre ci concederemo di riconnetterci alla presenza dei grandi alberi, alternando passi lenti a pause meditative, condivisioni in gruppo ed esercizi immaginativi in cui esploreremo la connessione con la natura di cui siamo parte.
    L’esperienza si concluderà col pranzo nel piccolissimo rifugio La casa del maestro (su prenotazione da parte di chi lo desidera). #rifugiolacasadelmaestro prenotando al 335 6446311

    Se ci saranno persone interessate al momento della prenotazione, l’esperienza potrà proseguire anche nel pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30.

    L’immersione forestale potrà continuare nel pomeriggio dopo la pausa pranzo con meditazioni e condivisioni in abetaia esplorando il tema dell’apertura e della connessione e quindi il tema delle relazioni, prima di tutto la relazione con noi stessi, immersi nella natura lungo il percorso di ritorno, il rientro alle auto previsto per le 17.30 avverrà seguendo lo stesso percorso.
    Nel complesso sarà un’esperienza speciale che non richiede una grande resistenza fisica, alterneremo passi lenti a pause meditative, condivisioni in gruppo ed esercizi immaginativi per favorire la connessione con la natura di cui siamo parte.

    Un sentiero nell’abetaia

    INFORMAZIONI TECNICHE
    L’escursione di livello E secondo la classificazione CAI, non presenta particolari difficoltà tecniche per persone allenate a questo tipo di attività.
    • Punto di ritrovo: Parcheggio nei pressi del ristorante Lucese la sosta non è a pagamento
    • Punto mappa: https://goo.gl/maps/8accwBum1onPoSz8A
    • Difficolta’: E (Escursionistico) – Itinerario su sentieri ben tracciati, mulattiera, sterrata e brevi tratti di asfalto, adatto a persone mediamente allenate in buona forma fisica.
    • Dislivello complessivo in salita: circa 330 m
    • Totale percorrenza: km.6
    • Tempi totali di percorrenza: ore 3 circa di cammino oltre le soste
    • Orario di ritrovo: ore 9:30
    • Termine attività ore 14.30
    • Prenotazione obbligatoria entro giovedì 2 giugno 2022
    L’escursione si svolgerà con un minimo di 5 partecipanti e un massimo di 15

    Quota di partecipazione: 20€ (30€ per la giornata intera) da pagare in anticipo compilando la scheda di adesione. Per iscrizioni multiple la quota a persona è di 18€ e 25€
    La quota comprende: organizzazione e coordinamento, tutte le conduzioni e la Terapia Forestale, servizio Guida ambientale escursionistica ed assicurazione RCT (non comprende l’assicurazione infortuni per gli accompagnati)
    Trattandosi di un intervento per il benessere psicologico in ambiente naturale, il costo potrà essere detratto come spesa sanitaria.
    Ho previsto inoltre riduzioni per coppie o situazioni di comprovato bisogno.
    In caso di disdetta entro il 30 giugno la cifra versata verrà interamente restituita, diversamente verrà offerto un buono per un’altra escursione con validità un anno.

    ABBIGLIAMENTO e ATTREZZATURA:
    Sono obbligatori gli scarponcini da trekking (meglio se alti alla caviglia), un capo anti vento e anti pioggia, abbigliamento comodo e a strati, cappello, snack/frutta, pranzo al sacco per chi non vuole mangiare al rifugio, riserva d’acqua di almeno 1 litro. Al rifugio troveremo bevande calde e fresche, i bagni e acqua per le borracce.
    Un cuscinetto o seggiolino pieghevole per sedersi durante le pause meditative e che possa essere trasportato insieme al resto in uno zainetto da giornata (20/30 lt)
    Bastoncini da trekking facoltativi.
    La guida si riserva di cancellare o variare il programma della giornata a seconda delle condizioni meteo o per garantire il benessere di tutti i partecipanti a suo insindacabile giudizio. In caso di annullamento le cifre versate per l’iscrizione verranno interamente restituite.

    CONDUZIONE DELLA GIORNATA
    Patrizia Garberi PhD, è Psicologa Psicoterapeuta, OPT 7693 insegnante di meditazione e istruttrice senior di protocolli basati sulla Mindfulness, artista arteterapeuta, esperta di Terapia Forestale e Guida Ambientale Escursionistica, AIGAE TO1137 professione svolta ai sensi della legge 4/2013
    https://www.artimagery.it/contatti/#.YkW2ledBw2w

    PRENOTAZIONE https://forms.gle/k6HQkAPWKU6pyt8r9

    Appuntamento ore 9.30 a Passo Lucese (LU)

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      Morning fuel, la carica del mattino!

      𝐸𝑛𝑔𝑙𝑖𝑠ℎ 𝑓𝑜𝑙𝑙𝑜𝑤𝑠
      Prima dell’aperitivo in piazza e dell’ombrellone, proviamo a muoverci quando la temperatura non è ancora bollente, tra i lecci e gli agrifogli del Parco dei Poggetti proseguendo un po’ nella Riserva dei Monti Livornesi, per prendere contatto col bosco e con l’ambiente in una modalità rallentata e magica, attraverso esplorazioni sensoriali guidate di riattivazione enrgetica.

      𝐵𝑒𝑓𝑜𝑟𝑒 𝑡ℎ𝑒 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑖𝑡𝑖𝑓 𝑖𝑛 𝑡ℎ𝑒 𝑠𝑞𝑢𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑑 𝑡ℎ𝑒 𝑏𝑒𝑎𝑐ℎ 𝑢𝑚𝑏𝑟𝑒𝑙𝑙𝑎, 𝑙𝑒𝑡’𝑠 𝑡𝑟𝑦 𝑡𝑜 𝑚𝑜𝑣𝑒 𝑤ℎ𝑒𝑛 𝑡ℎ𝑒 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑖𝑠 𝑛𝑜𝑡 𝑦𝑒𝑡 𝑏𝑜𝑖𝑙𝑖𝑛𝑔, 𝑎𝑚𝑜𝑛𝑔 𝑡ℎ𝑒 ℎ𝑜𝑙𝑚 𝑜𝑎𝑘𝑠 𝑎𝑛𝑑 ℎ𝑜𝑙𝑙𝑖𝑒𝑠 𝑜𝑓 𝑡ℎ𝑒 𝑃𝑎𝑟𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑃𝑜𝑔𝑔𝑒𝑡𝑡𝑖, 𝑡𝑟𝑒𝑠𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑛𝑔 𝑎 𝑙𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝑡ℎ𝑒 𝑀𝑜𝑛𝑡𝑖 𝐿𝑖𝑣𝑜𝑟𝑛𝑒𝑠𝑖 𝑅𝑒𝑠𝑒𝑟𝑣𝑒, 𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑘𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑐𝑡 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝑡ℎ𝑒 𝑤𝑜𝑜𝑑𝑠 𝑎𝑛𝑑 𝑡ℎ𝑒 𝑒𝑛𝑣𝑖𝑟𝑜𝑛𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑖𝑛 𝑎 𝑠𝑙𝑜𝑤𝑒𝑑 𝑎𝑛𝑑 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑐𝑎𝑙 𝑤𝑎𝑦, 𝑡ℎ𝑟𝑜𝑢𝑔ℎ 𝑔𝑢𝑖𝑑𝑒𝑑 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜𝑟𝑦 𝑒𝑥𝑝𝑙𝑜𝑟𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛𝑠 𝑜𝑓 𝑒𝑛𝑒𝑟𝑔𝑦 𝑟𝑒𝑎𝑐𝑡𝑖𝑣𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛.

      Altre date disponibili su richiesta
      O𝑡ℎ𝑒𝑟 𝑑𝑎𝑡𝑒𝑠 𝑎𝑣𝑎𝑖𝑙𝑎𝑏𝑙𝑒 𝑜𝑛 𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡

      INFORMAZIONI TECNICHE
      L’escursione di livello E secondo la classificazione CAI, non presenta particolari difficoltà tecniche per persone allenate a questo tipo di attività.
      • Punto di ritrovo: Ingresso del Parco dei Poggetti in via E.DeFilippo
      • Punto mappa: https://goo.gl/maps/j4n6VmjhGmBqEn5M8
      • Difficolta’: E (Escursionistico) – Itinerario su sentieri ben tracciati, mulattiera, sterrata e brevi tratti di asfalto, adatto a persone mediamente allenate in buona forma fisica.
      • Dislivello complessivo in salita: circa 260 m
      • Totale percorrenza: km.7,4
      • Tempi totali di percorrenza: 2h16m circa di cammino oltre le soste
      • Orario di ritrovo: ore 9:00
      • Termine attività ore 12:00
      • Prenotazione obbligatoria entro venerdì 22 giugno mattina
      Scheda da compilare per la partecipazione https://forms.gle/Xw6k2t5r5hfxT15R9
      L’escursione si svolgerà con un minimo di 5 partecipanti e un massimo di 15
      Quota di partecipazione: 25€ da pagare in anticipo compilando la scheda di adesione (sconto 20% per i residenti a Rosignano)
      La quota comprende: organizzazione e coordinamento, tutte le conduzioni e la Terapia Forestale, servizio Guida ambientale escursionistica ed assicurazione RCT (non comprende l’assicurazione infortuni per gli accompagnati)
      Trattandosi di un intervento per il benessere psicologico in ambiente naturale, il costo potrà essere detratto come spesa sanitaria.
      Ho previsto inoltre alcune riduzioni per coppie o situazioni di comprovato bisogno.
      In caso di disdetta entro il 22 giugno 2022 la cifra versata verrà interamente restituita, diversamente verrà offerto un buono per un’altra escursione con validità un anno.
      ABBIGLIAMENTO e ATTREZZATURA:
      Sono obbligatori gli scarponcini da trekking o scarpe trail running, un capo anti vento e anti pioggia, abbigliamento comodo e a strati, cappello e occhiali da sole, snack/frutta, riserva d’acqua 1,5 litri.
      Un cuscinetto o seggiolino pieghevole per sedersi durante le pause meditative.
      Bastoncini da trekking facoltativi.
      La guida si riserva di cancellare o variare il programma della giornata a seconda delle condizioni meteo o per garantire il benessere di tutti i partecipanti a suo insindacabile giudizio. In caso di annullamento le cifre versate per l’iscrizione verranno interamente restituite.
      CONDUZIONE DELLA GIORNATA
      Patrizia Garberi PhD è Psicologa Psicoterapeuta, OPT 7693 insegnante di meditazione e istruttrice senior di protocolli basati sulla Mindfulness, artista arteterapeuta, esperta di Terapia Forestale e Guida Ambientale Escursionistica, AIGAE TO1137 professione svolta ai sensi della legge 4/2013
      https://www.artimagery.it/contatti/#.YkW2ledBw2w

      Biofilia, l’affinità

      Ogni tanto mi è capitato di trovarmi da sola in praterie d’alta quota, circondata da spazio e da montagne fiori e brughiera…oppure nel mezzo di una foresta, solo alberi intorno a me a perdita d’occhio…l’emozione non è paura, ma piuttosto un grande stupore, una sospensione senza tempo accompagnata da un senso di connessione e di intimità, quale solitamente non si prova al di fuori della propria casa…ecco, credo che Wilson intenda anche questo quando utilizza il termine Biofilia, quel senso di affinità e completezza che possiamo provare soltanto quando torniamo alla nostra matrice originaria, l’ambiente naturale nel quale l’uomo ha completato la sua evoluzione e dal quale attualmente siamo sempre più disconnessi, proprio a causa dell’ambiente artificiale nel quale ci costringiamo a vivere.

      Nel nostro universo artificiale, anche i pensieri prendono forme strane, acquistano identità proprie ed emerge una soggettività innaturale, basata su cicli artificiali e, per questo motivo, disfunzionali. E quindi soffriamo.

      Quando facciamo un bagno di bosco oppure una sessione di foresta terapeutica, quando camminiamo lentamente al ritmo degli alberi, stiamo riacquistando la nostra natura spontanea e primitiva e in quanto tale di guarigione.

      La nostra soggettività si apre a tutte le forme viventi ( e non viventi) che ci circondano, e finalmente la mente non tace, ma finalmente tace il pensiero discorsivo…si sintonizza e quindi si acquieta…

      Naturalmente questo può avvenire quando siamo soli, oppure quando stiamo in un gruppo ma con particolari modalità che stimolano l’apertura e la connessione, in modo da mantenere un comportamento…biofilico!

      Prossima Escursione a passi lenti 2 luglio 2022

      un bosco di Faggi, sul sentiero 649C

      La certezza del sole

      Ci sono momenti in cui l’oscurità ci fa perdere momentaneamente di vista la luce e il senso di positività e splendore. In questi momenti il pensiero del sole può aiutarci. Possiamo visualizzare che i suoi raggi caldi e luminosi illuminano e riscaldano il nostro corpo e anche i nostri pensieri, ricordando che nonostante le apparenze il sole sta splendendo, proprio in questo istante. Forse non siamo in grado di vederlo in questo preciso momento, ma se le nuvole bloccano la nostra vista, stanno solo oscurando temporaneamente la luce del sole, ed è solo questione di tempo prima che splenda di nuovo su di noi.

      Quando ricordiamo che il sole splende ancora, ci colleghiamo alla consapevolezza che le cose sono sempre in movimento nell’universo, e anche se la vita sembra ferma, a volte tutto ciò che dobbiamo fare è avere fiducia e aspettare il momento in cui tutto scivolerà perfettamente al suo posto. In questo modo con pazienza possiamo continuare a seguire la nostra strada anche se non riusciamo ancora a vedere i risultati. Se non reagiamo impulsivamente alle contrarietà ma seguiamo il flusso naturale dell’alternanza tra notte e giorno, saremo pronti quando si mostrerà un’opportunità e tutti gli altri elementi saranno perfettamente al loro posto.

      Il sole simbolicamente ci ricorda che anche in noi esiste una luce di verità splendente che non si estingue mai. La nostra luce risplende dentro di noi in ogni momento, qualunque cosa accada intorno a noi. Certo, il sole ci dà quotidianamente una prova luminosa della sua esistenza, mentre a volte la nostra fede nella nostra stessa luce interiore è più difficile da mantenere. Tuttavia, se siamo onesti e benevoli con noi stessi, possiamo trovare momenti in cui si è mostrata anche in passato e possiamo quindi essere fiduciosi che si mostrerà nuovamente… Come la stella del sole, anche la nostra luce interna è parte di quell’energia che ci collega ai movimenti dell’universo e ai cicli della vita ed è quindi presente in ogni istante, che ne percepiamo il bagliore o meno in questo momento…

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      Consapevolezza incontaminata

      A volte sento il bisogno di camminare nella natura, girellando come si fa per andare a trovare a sorpresa degli amici…ora non si usa più, e le nostre visite sono sempre precedute da un messaggio whatsapp e dal suo relativo segno di spunta. Ma quando ero ragazza si usava fare così, ovviamente perché non c’era altro modo, si provava a citofonare per vedere se l’amica o l’amico poteva “scendere”…

      Così a volte, quando ho una giornata libera in un giorno di buon meteo, mi sorprendo a decidere a chi posso far visita, a quale montagna, a quale albero o a quale scorcio…fortunatamente loro ci sono sempre, e non si sentono “invasi” da una visita a sorpresa, ma anzi sembra che mi stiano aspettando, che siano lì per me…e a parte qualche nuvola un po’ dispettosa quando si presenta nel momento esatto di un’alba o di un tramonto, gli alpeggi i boschi e le montagne sono sempre molto accoglienti.

      Da una vetta posso accarezzare con lo sguardo sia gli stami delicati di un fiore ai miei piedi, che la catena di monti lontani all’orizzonte, includendoli in un’unica visione che mi fa sperimentare la connessione.

      Lo spazio disteso e aperto davanti agli occhi mi restituisce un’identità microscopica, eppure la solitudine di fronte alla profondità del cielo o ad una parete ripida e incurante della mia esistenza appartiene a questa esperienza di connessione, in cui divento una parte dell’universo e non più il suo centro. Meno insostituibile quindi, più libera e leggera, il mio sguardo aperto che non cerca ma trova e basta, come la piccola foglia ingiallita di un faggio che tra le altre sorelle è colpita da un debole sole invernale senza un perché. E si stacca.

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      Il senso del vuoto

      Nel periodo particolare che stiamo vivendo, ci appare chiaro come siamo costretti a confrontarci con il disagio e con l’assenza…anche se fortunatamente abbiamo qualche risorsa da mettere in gioco contro la pandemia. Le generazioni nate dopo la fine della seconda guerra mondiale si stanno confrontando per la prima volta con la scomodità e la ristrettezza, con la mancanza di libertà e con la necessità di posporre, rivalutare o addirittura cancellare i propri obiettivi. In aggiunta, oltre a cure e vaccini che speriamo siano tutti efficaci, trattandosi di un’infezione altamente contagiosa se vogliamo preservare i più deboli e vulnerabili dobbiamo usare il distanziamento, che ci priva però di un antidoto alla paura molto potente e specifico della nostra specie così sociale, ovvero della rassicurazione data dalla vicinanza, anche fisica e corporea.

      Le pandemie in realtà avrebbero una valenza evolutivamente molto vantaggiosa, attaccando nelle specie contagiate gli individui più deboli, senza danneggiare gli individui portatori delle varianti individuali più adatte alla sopravvivenza, che verranno trasmesse alle generazioni future. Ma da molti anni, secoli e millenni, la nostra specie è in grado di adattarsi all’ambiente, anzi a tutti gli ambienti, senza necessariamente sacrificare i più deboli, anziani, malati cronici e disabili e piuttosto utilizzando le proprie peculiari capacità di comunicazione, pianificazione e inibizione per sopravvivere in ogni circostanza, condizione e habitat. E questo ci riporta alle cosiddette regole da seguire in questi mesi, vissute come imposizioni e ristrettezze da molti di noi, mentre in realtà rappresentano i tentativi di strategie di sopravvivenza per (tutta) la specie, messe a punto con evidenti difficoltà e attraverso prove ed errori.

      Restrizioni che ci riportano al tema iniziale del disagio e dell’assenza. Sono almeno 100 anni che, nel nostro comodo mondo “occidentale” la maggior parte di noi ha a disposizione case riscaldate, acqua fredda e calda e la possibilità di fare 3 pasti regolari tutti i giorni, sfruttando l’ingegno delle generazioni precedenti che ci hanno portato a questo punto…quasi nessuno di noi pensa ai secoli di ricerca e applicazione che sono serviti per poter accendere la luce in un millisecondo, schiacciando un interruttore o addirittura utilizzando un comando vocale. Semplicemente tra la nostra volontà e la sua realizzazione passa un attimo, e questo ci ha abituati, come specie prima ancora che come individui, alla rapida e completa soddisfazione del desiderio.

      Naturalmente nella savana, dove abbiamo completato la nostra evoluzione circa 30.000 anni fa, per sopravvivere ci occorreva una forte spinta dopaminergica, un possente desidero che ci sostenesse durante i lenti e pericolosi passaggi necessari per procurarci cibo, riparo e partner riproduttivi…e in molti casi in assenza di un circuito di feedback per la sazietà, dato che la sopravvivenza nostra e della prole era un fatto così raro e incerto, che rendeva più adattivo l’eccesso di desiderio che la sua mancanza. Meglio quindi cibarsi di grassi e zuccheri il più possibile o ingravidare il maggior numero di donne possibili, quando erano disponibili…non potevamo certo correre il rischio di un calo del desiderio proprio nel momento favorevole!

      Ma che fare invece ai giorni nostri, quando la disponibilità di queste risorse è pressoché inesauribile? Molti di noi quando si lasciano trasportare dall’impulso sono chiaramente proiettati verso l’accumulo della quantità, di beni, cibo e partner sessuali, creando dei flussi di dipendenza in cui mantenere attivo il circuito dopaminergico (senza contare poi alcune sostanze che generano di per sé dipendenza e talvolta in tempi piuttosto brevi, e che si inseriscono pericolosamente in questo gioco)

      Con una certa facilità e spinti dal nostro inesauribile desiderio, possiamo quindi riempirci casa e armadi di oggetti inutili, mentre gli scaffali del supermercato traboccano di grassi, zuccheri e cibi salati per i quali nel nostro organismo non esistono meccanismi di sazietà e che possiamo acquistare a tutte le ore facilmente…Persino i partner sessuali sono accessibilissimi attraverso mille app dedicate, dove non serve sforzo o neanche grande tattica di seduzione per trovare l’eccitazione di un appuntamento nel giro di pochi click, coltivando la certezza di essere irresistibili e speciali perché possiamo scegliere sul nostro cellulare, tra i tanti profili, con chi passare il capodanno o fare serata…una certezza effimera, che perciò va rinnovata creando così la dipendenza.

      In pratica, per mantenere vivo l’interesse (il desiderio è piacevole!) abbiamo appreso a sostituire la quantità alla qualità, e con questa manteniamo l’illusione del valore personale, cerchiamo di colmare dei vuoti sempre più profondi accumulando soldi e beni, successo e notorietà, ci riempiamo di cibi ed esperienze inutili e siamo capaci di passare anche un’intera vita senza avere mai avuto un rapporto davvero intimo e profondo con chicchessia ma soltanto una collezione di tante amicizie superficiali, arrivando talvolta a generare un disturbo come l’alcolismo, il sesso o lo shopping compulsivo, i disturbi alimentari, il disturbo d’accumulo o il gioco d’azzardo.

      In tutte le filosofie e religioni si è sempre richiamato l’individuo ad alcune indicazioni restrittive, nei comportamenti e nella dieta, per provare così a mantenere lo stato di salute fisica e mentale e, al di là dei giudizi morali ormai obsoleti implicati da queste regole, possiamo riconoscerne il valore dell’astensione e dell’assenza, con cui ci stiamo confrontando oggi forzatamente per altri motivi.

      In questi vari periodi di lock down, in molti abbiamo scoperto o ritrovato il valore della lentezza, dell’inventare o riscoprire giochi semplici chiusi in casa con i nostri figli, nelle ricette tradizionali, nei sapori poveri ed essenziali e autentici di cibi ritrovati, perché più vicini a noi e quindi più accessibili. Imparando che a volte, per gestire il nostro desiderio, e al di là delle esperienze di vita che possono avere provocato in noi vari comportamenti di continua ed esagerata ricerca, sembra essere necessario imparare a stare col vuoto, con l’assenza, con la mancanza, senza volerla riempire a tutti i costi e con qualunque cosa…provare a spostare l’interesse dall’incessante costruzione di un valore personale sempre più alto, basato sul cumulo di conquiste di vario genere che ci definisce, allo stare nel presente ordinario ma gustato con curiosità e con tutti nostri sensi, concederci esperienze che possono essere anche ricche e profonde, uniche nella loro semplicità, se sappiamo aspettare…meglio soli che male accompagnati, dicevano le nostre nonne! E questo atteggiamento mentale può essere trasposto a tutte le esperienze, non solo in campo sentimentale, e per nostra fortuna può essere appreso.



      Mi è capitato di fare ritiri di meditazione anche molto lunghi, dove ho scoperto che nella concentrazione ci si confronta con la propria debolezza, nel silenzio si riscopre la gioia della comunicazione, nel digiuno il piacere e l’energia del cibo. Esistono altri modi per imparare ad essere e a restare a contatto con sé stessi e questi passano quasi sempre nel sapere stare in silenzio, a contatto con il vuoto e con l’attesa, uno di questi è la lenta raccolta e preparazione del cibo…in cui sarà il sapore che risveglierà il gusto mentre la pienezza verrà trovata nella completezza dell’esperienza e non più nel gonfiore dello stomaco e del corpo…

      Così come una campana proprio perché vuota e non piena può produrre un suono, anche un piatto lasciato vuoto potrebbe fare la differenza, se ne approfittiamo per stare con quel vuoto senza riempirlo a tutti costi. E quando riusciamo a stare per un po’ presenti al silenzio, al vuoto e alla mancanza si generano inaspettate le nuove prospettive, le nuove esperienze, i nuovi sapori, le nuove relazioni…

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      Autunno, l’estate si scioglie nella pioggia e la vita si tinge di caldi colori…

      Panorama dalla terrazza di Gualdo (LU)

      Se qualcuno ha mai provato ad usare gli acquerelli sa quello che intendo…il colore, vivo e squillante nel godet, ancora intatto sulla punta del pennello, quando tocca la carta bagnata (una tecnica che prediligo) si stempera, si addolcisce, si sfuma, si mescola…e assume forma e intensità inaspettata. Quasi una risposta, a volte del tutto autonoma, all’intenzione del tocco, che va accolta, scoperta e poi, forse, interpretata…

      E’ la stessa sensazione di questi giorni, quest’anno poi l’estate ha ceduto di colpo il suo potere all’autunno ed i colori del paesaggio sono ancora piuttosto intensi mentre la pioggia provvede a sciogliere tutto quello che può…la vecchia polvere della sete estiva, i frutti ormai un po’ guasti, le foglie che impercettibilmente cambiano tonalità di verde, abbandonano gradualmente la porzione di blu per rivolgersi ai toni caldi, quasi un anelito verso il calore estivo che ci sta lentamente abbandonando…per poi imbottire pian piano il terreno dove anneriscono sotto il frequente pianto del cielo.

      Così, mentre il vento più fresco e l’umidità ci sorprendono, ci pare di rimpiangere il caldo e secco in cui boccheggiavamo poche settimane fa, la pienezza della stagione estiva che dobbiamo, ahimè o per fortuna? abbandonare…qualche nebbia precoce sale, qualche nuvola invece scende a toccare i campi arati e le zolle aperte e il paesaggio si trasforma in un ricordo appannato, del sapore dei sogni…

      Così a volte succede che anche noi ci ritroviamo a dover lasciare qualcosa, il cuore come una zolla spaccata e aperta verso il pallido sole e la nebbia…a volte le lacrime ci aiutano a sciogliere il dolore insieme al cortisolo che si portano via, e a stemperare rabbia e tristezza. A volte invece restiamo bloccati e congelati, nella paura che l’esperienza di perdita potrà ripetersi, ancora una volta…e tremiamo nell’imboccare l’ingresso nel territorio dell’indesiderato.

      Ma come ha potuto Persefone all’equinozio d’autunno abbandonare la madre Demetra, ricca di gioia e di frutti, e scendere nel profondo? con quale animo e quale forza? per la verità la sua non è stata una scelta, ma il mito ci racconta che fu rapita da Ade, un dio peraltro saggio e buono benché governatore dell’aldilà, di quel mondo buio della resa dei conti dove a volte non vogliamo entrare. Così noi ci avventuriamo nella scoperta di noi stessi soltanto quando veniamo brutalmente strappati alla nostra estate, alla nostra zona di comfort, quel luogo dove tutto sembra bello, colorato, turgido di vita e di promesse e soprattutto sembra vero, e stabilmente vero per sempre…ma la transitorietà della natura e delle sue stagioni non è che un riflesso della nostra mente, anch’essa transitoria essendo flusso di coscienza, ed è questa l’unica reale verità.

      Quando la nostra consapevolezza appare quindi come essere un flusso, che gocciola e scava dentro il nostro inferno, si aprono paesaggi meravigliosi e vertigini sorprendenti e noi possiamo scoprire qualcosa di nuovo su noi stessi, nuovo ma ugualmente vero mentre ci sentiamo accolti nell’atmosfera sospesa della grotta come in un caldo e quieto grembo materno che ci offre sicurezza. Sappiamo che Persefone, sposa di Ade, al solstizio concepirà il nuovo sole dell’anno che dopo la gestazione invernale salirà alto in cielo, mentre la nuova stagione uscirà all’aperto, primavera grondante di vita, fiori, profumi e promesse di una nuova realtà. Quindi possiamo immaginare che il periodo della discesa agli inferi sia letteralmente il periodo più fertile e fecondo dell’anno, se siamo disposti a lasciare andare naturalmente tutto ciò che può essere dilavato e sciolto dalle piogge…aspettative, speranze, progetti…tutto ciò che ha fatto il suo tempo, incluso il nostro stesso corpo se è arrivato il suo tempo…Lasciare che i colori si stemperino in una nuova immagine, una visione, una prospettiva che ci accompagnerà nei prossimi mesi per dare gusto e sapore ai frutti del prossimo anno.

      La tentazione nella stagione della perdita, perché di questo ci parla l’autunno, è di aggrapparsi e far finta di nulla, sforzandosi di mantenere i ritmi dell’estate e il fisico (e in modo a volte imbarazzante anche l’immaturità) della gioventù…mentre anche la perdita, la transizione, il cambiamento, potrebbero portare con sé un valore che possiamo riconoscere, quello di nutrire il nuovo nella trasformazione di ciò che è stato.

      Che fare allora, mentre accogliamo più o meno volenterosi il decomporsi di ciò che avevamo progettato, sperato e nutrito? Possiamo certamente rallentare il ritmo, circondarci di tenerezza, concederci qualche momento di pausa in cui assaporare il calore dell’abbraccio di Ade…qualunque sia il significato che esso ha per noi…fermarci e stare nel presente, circondati dal buio e immersi nella nebbia, dove soltanto la visione e l’immaginazione possono avvenire e diventare creativi.

      E lì, nel presente, essere come un immobile e misterioso buco nero che in un’altra dimensione crea l’universo futuro con le sue luminose galassie di possibilità.

      Come Soli solitari

      Alone solare fotografato a Rosignano Marittimo il 16 aprile 2020

      Il meraviglioso alone solare di 22°, visibile nel cielo di mezza Italia lo scorso 16 aprile, mi ha portato ad approfondire il mito di Issione che non conoscevo, un uomo legato e rinchiuso nel cerchio di fuoco per essersi congiunto alla nuvola Nephele e per questo punito da Zeus con l’aiuto di Mercurio (la cui elongazione media intorno al sole per l’appunto corrisponde ai 22°…) e che viene meglio compreso collegandolo a questo fenomeno astronomico. (P.Colona, 2016)
      Oltre al significato tradizionale di preannunciare il peggioramento del tempo, data la realtà meteorologica che provoca questo fenomeno e che infatti dopo 3 giorni si è puntualmente verificato, mi è sembrata una bella immagine di noi umani in questo tempo sospeso, Soli solitari, rinchiusi dalla nostra ragione (Mercurio) nel cerchio sempre più doloroso della nostra distanza sociale obbligatoria.

      La colpa che Issione deve espiare come sempre nel mito è una trasgressione, la rottura di un patto o di una regola, il tradimento della fiducia…E infatti Issione, umano proprio come noi, ha trasgredito un sacco di regole, familiari e sociali. Per continuare l’analogia con la nostra specie nel 21° secolo, prima fra tutte il tradimento della legge naturale che ci vede come parte di questa e non superiore ad essa…e non a caso Issione ne discute proprio con la nuvola che Zeus gli ha inviato per sondare le sue reali intenzioni, formandola ad immagine di Hera o Era, che nella mitologia greca è una delle divinità più importanti, patrona del matrimonio e del parto, protettrice del bestiame, sorella e moglie di Zeus e che Issione, tra le altre malefatte, aveva insidiato.


      “LA NUBE Molte cose son mutate sui monti. Lo sa il Pelio, lo sa l’Ossa e l’Olimpo. Lo sanno monti piú selvaggi ancora.
      ISSIONE E che cosa è mutato, Nefele, sui monti?
      LA NUBE Né il sole né l’acqua, Issione. La sorte dell’uomo, è mutata. Ci sono dei mostri. Un limite è posto a voi uomini. L’acqua, il vento, la rupe e la nuvola non son piú cosa vostra, non potete piú stringerli a voi generando e vivendo. Altre mani ormai tengono il mondo. C’è una legge, Issione.
      ISSIONE Quale legge?
      LA NUBE Già lo sai. La tua sorte, il limite…”

      “Dialoghi con Leucò (Einaudi tascabili. Scrittori Vol. 600)” di Cesare Pavese 

      Come ammonisce Annalisa Corrado dalle pagine de La Stampa, ” In definitiva, questa incredibile situazione emergenziale che ci troviamo a fronteggiare, questa spaventosa pandemia, avrebbe elementi di evidente parallelismo con la crisi climatica, con la distruzione e il saccheggio della biodiversità, con le condizioni insalubri in cui molti di noi sono costretti a vivere e lavorare. Sarebbe, cioè, anch’essa riconducibile al modello economico dominante: estrattivo, fossile, aggressivo e dedito al saccheggio sistematico delle risorse dell’ecosistema.” (per approfondimenti vedi l’articolo originale)

      Ed eccoci quindi incatenati dalla ragione ad un cerchio di fuoco, un vero tormento dato che al momento il distanziamento sociale ci priva di ciò che primariamente ci rende umani, esseri sociali e cooperativi, e costituisce però l’unica arma che riusciamo ad opporre, al momento, alla pandemia. Bisognerebbe avere il coraggio di immaginare nuove prospettive, nuovi stili di vita, uscire da schemi mentali ripetitivi e ormai disfunzionali, stretti come l’orbita di Mercurio che ci lega al nostro personale Sole egocentrico e un po’ narcisista, e che ci portano a desiderare di tornare indietro, a quando potevamo credere di essere onnipotenti padroni della natura e di non avere limiti, e che le pandemie accadessero solo nei film…Provare a generare quella mente del principiante in grado di vedere la realtà così com’è, un universo infinito di stelle e di soli interdipendenti, ed adattarsi ad essa in modo concreto e flessibile, partendo dalla consapevolezza profonda della propria debolezza e vulnerabilità.

      E così, forse, finalmente arriverà la pioggia, per innaffiare i nuovi semi e spegnere il fuoco del nostro orgoglio.

      Gioia nell’arcobaleno

      7 marzo 2020 – Il bello degli arcobaleni è che sono difficili da fotografare…

      Quello che più manca in questo periodo di costrizione sono l’esperienza di connessione e l’interezza che si possono provare in natura, soprattutto quando un insieme di coincidenze portano a sperimentare tutti gli elementi simultaneamente…aria e acqua mescolate negli spruzzi e nelle nuvole, la terra tra le radici degli alberi che si fa pietra scivolosa e inevitabile, il sole, fuoco impetuoso e supremo incontra con gioia tutti gli altri elementi formando un arcobaleno nello spazio per l’occasione precipitato dal cielo, che accoglie la pioggia dorata ferma nell’attimo che rinuncia al tempo. Questa è proprio la stessa natura umana! che mantiene la sua incontaminata naturalezza anche se il corpo è intrappolato tra muri e finestre chiuse, corpo che possiamo incontrare con fiducia e in cui possiamo ripararci quando cerchiamo un respiro di sollievo, facendo spazio tra i pensieri all’attimo presente, di nuovo rinunciando al tempo. Così scopriamo come ogni cosa ed ogni esperienza sia interconnessa e che lo stesso spazio del cielo è quello che mi circonda proprio ora entrando col respiro, come non ci sia più reale differenza tra il me il noi gli altri l’ambiente e l’universo e qualunque evento sia necessario in una prospettiva naturale. E dal riconoscimento avviene l’accettazione della realtà così com’è, allora nella completezza possiamo volare senza fatica.

      E io ho il vento nel cuore,

      e con la tempesta corro nei cieli carichi di pioggia;

      salgo e scendo, sfreccio rapido fra le fole che s’intrecciano

      in mille gorghi e spirali.

      E io ho il sole nel cuore,

      e con raggi sinuosi mi lascio scivolare fino a terra;

      m’immergo nella calda luce e sprofondo nel culmine del volto sorridente

      dove la dolce carezza m’acquieta.

      E io ho la pioggia nel cuore,

      e con gli scrosci divento acqua ridente;

      cado quand’essa cade e in rivoli m’addentro nei meandri oscuri,

      fra le pieghe di Madre Terra.

      E io ho la terra nel cuore,

      profumata pelle di chicchi di roccia;

      sono pietra dura e sabbia fine, zolla fertile ed erba tenera

      e con risa di frane corro lungo le montagne.

      E io sono aria nel cuore,

      e sono fuoco nel cuore;

      sono acqua

      e sono terra nel cuore.

      Riccardo Taraglio, con lo pseudonimo di Tail na Bride – Eryr Nemeton (“Fronte di Bride – Aquila del Nemeton”)

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